Compie 50 anni Sapientino che, per intere generazioni di bambini, è molto più di un gioco. L’idea venne nel 1967 a Mario Clementoni, l’industriale maceratese che lavorava in un’azienda di strumenti musicali a Pesaro e che decise di mettersi in proprio, inventando un nuovo segmento di mercato, in una fase storica in cui l’industria italiana guardava con interesse soprattutto ai beni di prima necessità per colmare le difficoltà del periodo post bellico. Ricorda oggi il figlio Giovanni, ceo dell’azienda: «L’intuizione fu di pensare che attraverso il gioco il bambino potesse essere aiutato nel suo percorso di crescita».
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Apple riceve gli elogi di Greenpeace in merito alla sua politica di sfruttamento aziendale delle risorse dell’ambiente ottenendo un punteggio meritevole. Apple Corporation è di certo una realtà aziendale di conclamata fiducia e forte di un innato senso di innovazione che si pone a notevole distanza dalle diretti concorrenti di mercato che molto spesso tentano di imitare alla buona le produzioni della società di Cupertino.
Il programma di machine learning di Google dà vita a repliche superiori a quelle create dai suoi ingegneri. Dopo averci battuto a poker (imparando come bluffare) e a scacchi, le intelligenze artificiali sono ora in grado di dare vita a programmi di machine learning superiori a quelli elaborati dagli stessi ingegneri che le hanno create. Ovvero, hanno imparato a riprodursi in maniera efficiente.
Nel settembre 2017 a Dubai è stato testato con successo il primo taxi volante senza pilota. 100 km/h, due passeggeri e mezz'ora di autonomia i dati essenziali di questo primo test, che i produttori mirano a migliorare per entrare in esercizio entro i prossimi cinque anni.
Durante il volo non c'erano passeggeri per motivi di sicurezza, ma sia la start-up tedesca che l'ha sviluppato, la Volocopter, sia il direttore dell'Autorità dei Trasporti dell'Emirato, assicurano che l'obiettivo è quello di trasportare persone entro cinque anni."
Daimler Trucks, via negli Usa al platooning sulle autostrade. I test faranno viaggiare camion connessi digitalmente su determinate autostrade aperte al traffico in Oregon ed in Nevada.
Dopo avere completato positivamente una serie di test sul circuito di prova di Daimler Trucks North America, a Madras, nell’Oregon, la società ha ricevuto dall’Ente normativo regionale Oregon Department of Transportation, l’autorizzazione a proseguire la sperimentazione sulle strade aperte al traffico. Inizialmente i test della Dailmer Trucks North America con la tecnologia platooning interesserà due Freightliner New Cascadia abbinati in configurazione semirimorchio.
Primo test drive Scania con un Tir senza pilota. Una tecnologia presto esportata su Bus e mezzi di gran serie. Un sistema di guida che non necessita di autista. In cooperazione con fornitori leader in tecnologie avanzate e con il mondo accademico, e con il supporto dell’agenzia svedese per l’innovazione Vinnova, Scania ha sviluppato dei veicoli che si guidano da soli, utilizzabili nel settore estrattivo e in quello portuale.
Il vulcanico imprenditore non crede alla minaccia nordcoreana e lancia una discussione commentando le affermazioni di Vladimir Putin: "Un nuovo conflitto potrebbe essere avviato non dai leader dei vari Paesi ma da uno dei loro sistemi di intelligenza artificiale". Fra minaccia nucleare e intelligenza artificiale. Elon Musk, il vulcanico patron di Tesla, SpaceX, Hyperloop e di una quantità di altre imprese, tutte ad alto tasso di innovatività, snocciola le sue previsioni sul futuro del mondo e su una possibile terza Guerra mondiale alimentata e perfino scatenata dalle medesime intelligenze artificiali.
La setta di Anthony Levandowski predica la fede nell'algoritmo come unica via di miglioramento e salvezza per l'umanità.
UN NUOVO dio scende sulla terra alla conquista delle nostre anime.
E come i suoi predecessori, anzi più degli altri, viene plasmato ad arte dall'uomo.
Come gli altri, nasce per essere venerato e per salvarci dalle brutture del mondo.
Secondo la futurologa Nicola Millard gli spazi aperti minano la produttività, meglio collaborare in piccoli team nei "coffices".
L'OPEN SPACE sembra aver fallito. Lo spazio di lavoro aperto e condiviso che sembrava la risposta alla routine solitaria e alienante non è efficace e ha ripercussioni considerevoli anche sulla produttività. Diffusi negli ultimi anni per promuovere il cameratismo, migliorare il lavoro di squadra e incoraggiare un flusso costante e libero di idee tra i colleghi, dopo decenni di segregazione in anguste stanzette, sembrano cedere il passo a nuove soluzioni.
John Hermann, un giornalista che si occupa di giornalismo e media sul New York Times, ha scritto una riflessione sul ruolo di Facebook, in particolare su dimensione e potere riconosciuti al social network che ne fanno ormai un equivalente di uno stato o di un governo, per certi versi.
John Hermann, un giornalista che si occupa di giornalismo e media sul New York Times, ha scritto una riflessione sul ruolo di Facebook per il magazine settimanale del giornale. Il tema del suo articolo – in un tempo in cui si scrive e discute molto di Facebook e delle sue responsabilità – è la dimensione e il potere del social network che ne fanno ormai un equivalente di uno stato o di un governo, per certi versi.
L’assenteismo sul posto di lavoro è tra le problematiche più ricorrenti con cui aziende pubbliche e private si confrontano nel quotidiano. Ogni realtà professionale presenta caratteristiche peculiari del fenomeno, per dimensione, ricadute sull’organizzazione del lavoro o, più semplicemente, per sensibilità al tema. Tuttavia, esperienza e cronaca insegnano che tra le più comuni forme di assenteismo c’è la simulazione fraudolenta di malattia.
Il colosso svedese dell'arredamento lancia un sondaggio online sull'intelligenza artificiale. Per capire come dovrebbe essere l'assistente virtuale integrato negli oggetti d'arredo.
Il sondaggio si chiama “Do you speak human” e segna il primo ingresso di Ikea nel campo dell’intelligenza artificiale applicata ai mobili e agli oggetti d’arredo. Un primo passo che potrebbe portare la multinazionale svedese a fare concorrenza a player ben più affermati nel settore con i loro assistenti virtuali, da Amazon a Google.
Mattel l’ha presentato a Las Vegas: è la versione destinata ai figli di Echo di Amazon. Arriverà a giugno negli Usa al prezzo di 300 dollari e saprà ascoltare e parlare la lingua dei più piccoli. Oltre a insegnare loro a scrivere, e fare domande sui compiti.
Ha il nome di un filosofo, l'idea forse è che possa insegnare ai bambini. Aristotle è il primo assistente vocale pensato per i più piccoli, davvero piccoli. L'ha presentato Mattel al Ces, il Consumer Electronic Show di Las Vegas. E nell'anno, questo nuovo 2017, che viene raccontato da tutti come quello del decollo dell'intelligenza artificiale negli usi quotidiani, l'idea del più ricco produttore di giocattoli al mondo fa riflettere.
Messo a punto un chatbot per aiutare le persone a ricordare informazioni fondamentali, come il nome dei figli, il percorso per tornare a casa, le scadenze, eventuali allergie.
«È ora di pranzo». «Cosa mangio di solito?». «Ami il pollo, ma sei allergico ai funghi». Può suonare così una conversazione di un malato di Alzheimer a uno stadio ancora non grave della malattia, quando però nella memoria cominciano a formarsi i primi “buchi”. Un altro esempio: «Come si chiama mia figlia?». Risposta: «Ciao Marco, lei è tua figlia (foto) e si chiama Silvia».
"Fermate i soldati-robot" è l'appello che 116 fondatori di aziende di robotica e intelligenza artificiale lanciano all'Onu da Melbourne, dove sono riuniti nella International Joint Conference on Artificial Intelligence (IJCAI).
Si tratta del primo appello lanciato all'unisono dagli esponenti dell'industria dell'intelligenza artificiale di 26 Paesi. Il timore è che questi sistemi-soldato autonomi potrebbero rendere più accettabili i conflitti come conseguenza del minor impatto che le perdite in battaglia avrebbero sull'opinione pubblica.
Cos’è l’intelligenza artificiale e perché continua ad animare dibattiti scientifici e filosofici?
La creazione di intelligenze artificiali capaci di avvicinare il modo di “pensare” di una macchina a quello umano è probabilmente una delle sfide più impegnative che attendono l’uomo nei prossimi anni. In mezzo ci sta tutta una serie di quesiti anche di ordine etico, fortemente legati alla possibilità – e al timore – che un giorno si possa dare vita a robot capaci di apprendere da soli, grazie all’esperienza, e pertanto di agire e di evolversi autonomamente.
Periodicamente ritorna la polemica contro la letteratura fantasy. Una decina d’anni fa Piergiorgio Odifreddi, commentando le cattive prestazioni degli studenti italiani nel campo della matematica, attribuiva i risultati negativi anche a una eccessiva diffusione tra i giovani di testi come Il Signore degli Anelli e Harry Potter. Edoardo Boncinelli, su «La Lettura» del 25 giugno, ha ripreso l’argomento, trovando un nesso tra il fantasy e «il dilagare del ricorso alle medicine alternative di tutti i tipi o di metodi di cura fai da te», senza dimenticare l’ «imperversare del complottismo come base di spiegazione degli eventi più diversi». Sono quindi costretto, ancora una volta, a prendere posizione e ripetermi: niente di più sbagliato.